Jowan Safadi is an alternative Palestinian singer, songwriter and guitarist, from Nazareth, who creates Arabic music with various influences. Dedicated to bringing fresh sound and lyrics to the alternative arabic cultural scene, with a wide range of challenging songs from political and social to emotional and philosophical themes.
Jowan Safadi started his career as a singer, songwriter and front man of “Lenses”, a project which ended in late 2007 producing 3 studio albums of experimental rock. Jowan's solo breakthrough kicked off in 2008 when his single Ghool topped local radio charts, captivating underground audiences with its fuzzy electrorock sound. This was followed by a series of enticing singles until his debut solo album Namrud was finally released. Smoothly fusing punk-rock aesthetics with Arabic grooves and intonations, it included songs such as “Electricity” and quirky parody "Poor Infidels" which rapidly became an anthem for fans across the Arab world. Poor Infidels also subsequently led to his detention in Jordan, for which Jowan was accused of blasphemy. While Jowan’s lyrics can be controversial, subtly toned with his personal reflections on a wide range of issues related to politics, religion and philosophy, this fundamental component is what gives his work a rare and revealing authenticity.
(Souce : Facebook)
Jowan Safadi l' enfant terrible del rock palestinese
Da che mondo è mondo ogni paese ed ogni stagione musicale ha avuto il suo eroe dannato , il cantante /musicista oltraggioso ed irriverente , agnello sacrificale e capro espiatorio che si fa carico di ogni degenerazione e perversione che attraversa la società in cui opera . La giovane scena rock palestinese non difetta in questo campo producendo un valido candidato al ruolo di artista rock maledetto . Il suo nome è Jowan Safadi , un arabo israeliano nato nella città di Nazareth nel 1973 , che con le sue liriche oltraggiose ed il suo atteggiamento irriverente ha alimentato il gusto censorio sia della società borghese israeliana sia di quella tradizionalista araba.
Il rapporto di Jowan Safadi con la musica non inizia in Palestina, bensì in India. Durante un viaggio attraverso le montagne della catena Himalayana decide di trasformare la sue poesia ed i suoi pensieri in canzoni. Compra una chitarra e prova ad esercitarsi da autodidatta senza molto successo. Si ritrova in una situazione complessa, uno zaino pesante ed una chitarra che non riesce a suonare. Decide cosi di sbarazzarsi dello strumento prima di far ritorno in Palestina.
Al suo ritorno in patria decide di fare un novo tentativo ed acquista un'altra chitarra: "E' stato il dono che ho fatto a me stesso per il mio 21 ° compleanno" ricorda .
Più compiutamente l' 'avventura musicale di Jowan Safadi comincia agli inizi degli anni 2000 dopo il suo trasferimento da Nazareth nella cittadina di Bir al- Sabah ( Beersheba ) . In compagnia di alcuni amici israeliani anti-sionisti e refusenik ( termine che indica i giovani israeliani che rifiutano il servizio di leva) dà vita al gruppo indie rock “Lenses “, forse il primo ( e unico ) gruppo rock arabo-ebraico in Medio Oriente . Riguardo la genesi del gruppo dice Jowan : “ Allora non ero che un chitarrista in erba , ho contattato alcuni musicisti locali che casualmente erano israeliani . Non è stata una scelta ragionata , desideravo solo fare musica. Non mi importavano ne la nazionalità ne la religione , i partecipanti al progetto dovevano solo essere abbastanza aperti mentalmente per intraprendere questa esperienza insieme a me . Comunque , non ho mai percepito i miei compagni come israeliani. Erano di sinistra e possedevano un elevato livello di consapevolezza politica . Si sono rifiutati di servire nelle forze armate e aborrivano l'occupazione ".
La musica prodotta dal gruppo rappresenta qualcosa di veramente nuovo per il panorama musicale mediorientale. Al di la della composizione etnica della band la sfida dei Lenses è (in un primo momento) di natura prevalentemente musicale . Un ibrido indie rock che unisce il punk ,la sperimentazione ed il Lo-fi con la musica araba. Guidata da Jowan Safadi , che del gruppo è stato cantante, autore e chitarrista , la band realizza nel corso di otto anni tre album in studio. Si può affermare che la maturazione e l'evoluzione musicale del progetto è andata di pari passo con la crescita in consapevolezza dei suoi componenti . Infatti dopo un primo album cantato in lingua inglese costituito da brani dal contenuto prevalentemente intimista , i successivi lavori si orientano verso temi sociali e politici e le canzoni vengono interpretate adottando l'idioma arabo.
Il lavoro dei Lenses , i quali pur ottenendo un buon riscontro in ambito underground non riescono a sfondare come gruppo mainstrem, non passa comunque inosservato . L'attenzione dei media si catalizza principalmente sul fatto che un giovane ragazzo arabo possa produrre musica indie rock e sia alla testa di un gruppo composto da ragazzi ebrei. Alcuni partiti politici israeliani cercano persino di strumentalizzare il progetto portandolo ad esempio come modello di coesistenza e di integrazione.
Nel 2007 dopo la realizzazione dell'album “ Ahlan Byebye “ Jowan Safadi decide di sciogliere il gruppo . Le ragioni della scelta sono molteplici : “ Non siamo riusciti a rendere grande il progetto Lenses” dice Jowan “ La band era troppo all'avanguardia . Il pubblico arabo nutriva una forte diffidenza per il fatto di avere in organico musicisti israeliani ed è stato impossibile affermarsi sulla scena musicale israeliana cantando in arabo . Per quanto mi riguarda , dopo la seconda Intifada , sono diventato molto più politicizzato. Volevo tornare alle mie radici e alla cultura araba. Data la situazione politica, non avevo più il privilegio di non scegliere da che parte stare. Ho sentito che stavo relegando i musicisti intorno a me al ruolo di meri esecutori delle mie canzoni. La sanguinosa invasione israeliana di Jenin ha rappresentato l'inizio di un risveglio che ha permesso di ristabilire la realtà nella mia testa . Ho intensificato le canzoni politiche e la band ha cominciato a essere considerata " estremista" tra gli israeliani “.
Finita l'esperienza con i Lenses Jowan lascia Bir al- Sabah per trasferirsi a Haifa dove collabora con varie band composte da soli musicisti palestinesi . Continua a comporre canzoni dal forte contenuto critico . Le sue armi favorite sono l'ironia ed il sarcasmo , i temi affrontanti riguardano il razzismo, la condizione dei rifugiati e dei prigionieri politici (ovvero la vita quotidiana sotto l’occupazione) , la corruzione politica , l' ipocrisia della religione e , tabù dei tabù, il sesso in tutte le sue varianti di genere.
La sfida lanciata da questo musicista palestinese non si limita al campo squisitamente politico ma investe la società mediorientale nella sua totalità , attaccando tanto il sionismo quanto le dinamiche oscurantiste della società araba. L'occupazione israeliana e la condizione della popolazione palestinese sono solo una goccia nel mare delle immense storture che soffocano l'individuo. Il progetto di Jowan Safadi mira ad infrangere ogni barriera e distruggere ogni tabù, la sua è una lotta contro le convenzioni e gli stereotipi condotta con uno spirito che si potrebbe quasi definire messianico . Non è un caso che sia nato a Nazareth e che suo padre facesse di mestiere il falegname : “ vivevamo nella stessa strada di Maria e Giuseppe “ ironizza sarcasticamente.
Il primo singolo realizzato dopo la fine del progetto Lenses si intitola “ Ghool” . Si tratta di un buon pezzo , in stile electro pop. Accattivante e orecchiabile il brano diviene una hit nelle stazioni radiofoniche locali ed assicura una certa visibilità al personaggio. Con la (relativa) notorietà cresce il numero di ammiratori e di pari passo lievitano le polemiche , gli insulti e le minacce.
Nel 2010 ,in occasione della sua partecipazione ad un festival di strada a Haifa la polizia interviene per fermare la sua esibizione, accusandolo di essere “troppo controverso” e di agitare le folle .
Nel 2011 il suo lavoro viene portato agli onori della cronaca dal parlamentare Aryeh Eldad , appartenente ad un partito di destra israeliano , il quale apre un procedimento presso la Knesset a carico di Jowan Safadi accusato di “ incitamento alla violenza e al terrorismo “. Il procedimento viene avviato e chiuso nel giro di due mesi per mancanza di prove, ma il fatto da bene il senso di quanto disturbante possa essere l'opera del musicista. Forse il parlamentare israeliano non aveva molto gradito la canzone che il musicista scrisse mentre infuriava l'operazione piombo fuso ai danni della striscia di Gaza. Nel brano in questione , intitolato “Tayran ababyl” (Uccelli di fuoco) , il musicista palestinese , prendendo in prestito immagini legate alla mitologia antica, invocava l'altissimo perché inviasse gli uccelli di fuoco a distruggere tutti gli aggressori sionisti .
Nel febbraio del 2012 vede la luce il primo disco solista di Jowan. Anticipato da una frase postata dall'autore sulla sua pagina Facebook che recita : " Penso, dunque mi ribello " , il nuovo lavoro viene intitolato “ Namrud “ , parola araba che significa “Provocatore “ . L'intestazione non lascia dubbi circa la natura del contenuto.
Salutato come controverso e creativo , autoprodotto e autofinanziato “ Numrud “ è stato ,in un primo momento, messo a disposizione in download gratuito presso la pagina Bandcamp di Jowan Safadi ed è , secondo le parole dell'autore : “ un album musicale difficile da definire o descrivere, dal momento che combina temi politici, sociali, filosofici e romantici. Fonde molteplici generi musicali che possono dare a volte un senso di distacco. Tuttavia, è un lavoro sequenziale da ascoltare secondo l'ordine suggerito per completare il viaggio” .
Effettivamente la proposta musicale di Jowan trascende ogni confine , fonde la tradizione rock di matrice occidentale , la canzone goliardica, il cabaret e la musica araba tradizionale. Ironia e sarcasmo restano gli elementi comuni a tutti i brani , gli ingredienti base che alimentano la fama del suo autore.
Accompagnato da un band chiamata “ Fish Samak “ ( Pesce , ripetuto in inglese ed arabo) , Jowan Safadi comincia un tour in varie città arabe per presentare la sua nuova fatica . I problemi non tardano a presentarsi . Il 30 Novembre del 2012 , dopo la prima delle due date previste ad Amman in Giordania , il cantante viene arrestato dalle forze di polizia giordane e trattenuto presso il commissariato di polizia di Abdali per essere poi imprigionato a Jowayda
L’accusa imputatagli è stata di “offesa alla religione” a causa dei testi di alcune sue canzoni. Una in particolare, "Ya Haram al-Kuffar " (Poveri infedeli) ha molto irritato la sensibilità dei credenti.
" Il concerto è stato davvero buono " dice il musicista ,” Il dopo show , non tanto “ .
Appena si diffonde la notizia del suo arresto parte una campagna su internet tesa alla liberazione dell'artista. Fuori dalla prigione si affollano numerosi sia i sostenitori sia i detrattori del musicista. La pagina Facebook dedicata alla campagna si riempie immediatamente , oltre che di appelli per il rilascio , di aspre critiche degli ultra-religiosi , di minacce e citazioni dal Corano . Stessa cosa capita per l' hashtag su Twitter (#freejowan) lanciato a tempo di record. Diversi musicisti si battono per il rilascio del loro collega e amico. Tra questi la cantante tunisina Emel Mathlouthi e la cantante palestinese Rim Banna .
La combinazione tra il sostegno popolare e la pressione esercitata dagli avvocati fa si che Jowan sia rilasciato dopo due notti passate in prigione. Espulso dalla Giordania e rimpatriato il giorno stesso deve promettere alle autorità di non cantare più canzoni che possano offendere la sensibilità dei musulmani .
Passata la paura ringrazia cosi , sulla sua pagina Facebook , coloro che lo hanno sostenuto : “Grazie bella gente per lo straordinario supporto e per l’attenzione. Sono sano e salvo a casa. Vorrei avere altro da dire, ma per ora no. Sembra tutto un sogno. Uno di quelli brutti però”.
L'incidente giordano espone il lavoro di Safadi ad un pubblico più vasto, ma compromette anche la sua libertà di trarne vantaggio. Gli vengono offerti concerti in Egitto e Tunisia, ma a causa delle tensioni crescenti è costretto a posticipare l'accettazione degli inviti.
Jowan non si fa scoraggiare dagli eventi e si dedica assiduamente al lavoro , consolidando il rapporto con la band Fish Samak. La sfida più che politica diventa prevalentemente musicale . Ovviamente le tematiche dei nuovi pezzi realizzati con il gruppo interessano sempre il campo sociale e politico ma una particolare attenzione viene rivolta alla musica mai come ora contaminata con il rock occidentale. “ I Fish Samak sono una band che suona Free Rock arabo direttamente dalle profondità del Mar Morto “ dice Jowan “ Le nostre influenze musicali includono Beatles, Doors , Pixies, Nirvana, Black Sabbath e Pink Floyd , ma anche Sheikh Imam e il folklore palestinese ".
Combinando un atteggiamento punk con una dolce follia , il gruppo prende delicatamente in giro il sistema, realizzando una serie di canzoni che pagano un forte debito , in termini musicali , ad un certo tipo di indie rock americano in voga negli anni '90 . I riscontri sono ottimi e la band si crea un nome di tutto rispetto sulla scena musicale mediorientale. Non mancano ovviamente le critiche . Alcuni contestano al gruppo la mancanza di un impegno diretto a sostegno della causa palestinese . “ Io sono un essere umano prima di essere un palestinese “ afferma il musicista ,“ Essere un artista palestinese porta con se aspettative che, a volte, possono essere ingiuste. Un artista palestinese non deve necessariamente prestare la sua voce alla causa per ottenere l'accettazione del pubblico arabo”.
Il realtà le accuse risultano essere prive di un vero fondamento . Analizzando i testi di alcuni brani del gruppo non si trovano attacchi diretti allo stato di Israele ma le critiche politiche certamente non mancano . Due canzoni in particolare, molto amate e richiestissime durante i concerti , sono esemplificative della filosofia della band. Nel brano intitolato “ Meen Beddo Yerkabna” ( Chi ci fotterà ancora?) canta Jowan : “ Sono venuti i Turchi e poi se ne sono andati, Sono venuti gli Inglesi e poi se ne sono andati, Sono venuti gli Ebrei, domani vedremo. Che cosa succederà quando se ne andranno . Chi ci fotterà ancora quando se ne andranno i nostri cugini? Hanno stretto la cinghia, ci hanno vietato di parlare. Per educarci e per mantenere la pace. Hanno rubato la Palestina mentre noi dormivamo. Sognando il Mahdi e Saladino”. Mentre il brano “Fy hadni al Ihtilal “ (Fra le braccia dell'occupazione) affronta sia le rivolte arabe sia la situazione interna palestinese declamando : “ Guarda, oh guarda come la primavera si è rivelata essere un autunno , come ci hanno ingannati .Guarda quanto Salafiti sono i nostri paesi , inghiottiti dal buio nulla può essere visto.
Nessuna estate nessun divertimento. Non abbiamo visto altro che morte , la primavera si è rivelata una truffa .
Forse io sono triste , perché per un attimo mi sono sentito al sicuro tra le braccia dell' occupazione”.
Accompagnato da un video , molto eloquente, che alterna riprese di un Jowan Safadi ammanettato intento a giocare con vari oggetti a riprese in notturna di branchi di iene intente a sbranare carcasse di animali, il brano rappresenta una delle cose migliori realizzate dal gruppo sino ad oggi, sia sotto il profilo contenutistico che musicale.
Se osservato con sguardo distratto Jowan Safadi potrebbe ricordare uno dei tanti irriverenti ribelli (senza causa ) che hanno popolato la mitologia rock, ma ciò che è vero in ambito occidentale acquista tutt'altro significato nell'area del levante. Brillante, geniale, provocatorio e, a volte , contraddittorio Jowan Safadi appartiene in realtà ad una nuova generazione di musicisti arabi il cui interesse sociale e politico trascende i localismi ed i confini regionali . Pur denunciando opprimenti realtà politiche a lui vicine , l'occupazione israeliana in primis , questo Kurt Cobain arabo porta avanti un discorso legato al risveglio delle coscienze e alla libertà di pensiero e di espressione comune a quello di altri musicisti arabi presenti nella regione. Se si prendono in esame i due testi appena citati balza agli occhi come , più che percorrere i sentieri della contestazione verso lo stato israeliano , oggetto delle provocazioni sono le menti arabe assopite ed immobili.
Tra le molte libertà rivendicate quella sessuale è forse la più invisa alle strutture sociali tradizionali . Rimanendo coerentemente fedele al proprio intento di combattere le censure e le ipocrisie della società araba il musicista ha contribuito con due brani , realizzati per l'occasione, alla realizzazione di uno dei progetti culturali più interessanti che hanno visto la luce in Palestina nel corso del 2013..
Su iniziativa di al Qaws , la principale organizzazione palestinese che si occupa delle diversità sessuali e di genere ( attiva sia nei territori occupati sia nella società araba israeliana), è stato realizzato un album intitolato “Ghanni A'an Taarif “ (Canto della sessualità) . Il progetto nasce con l'obiettivo, da parte degli attivisti di al Qaws, di raggiungere i giovani palestinesi per aprire nuove discussioni sulla sessualità e sulla diversità di genere nella società palestinese attraverso la musica , considerata una forma d'arte espressiva che ha il potenziale di far pensare e sentire. Oltre a Jowan Safadi hanno preso parte all'album altri musicisti di spicco della scena musicale palestinese contemporanea tra i quali : Rimon Haddad, Maisa Daw, Jam Tkseer, Haya Zaatri, Abu Rabus e Rola Azzar.
Quello di Jowan Safadi è quindi un assalto culturale operante su tutti i fronti. Se già , in virtù di brani considerati provocatori , veniva considerato in Israele un pessimo soggetto , dopo il suo sostegno alla causa omosessuale c'è da chiedersi cosa possa pensare di lui la società tradizionalista araba. In barba a moralisti, ultra religiosi e politici aberranti questo , non più giovane, menestrello moderno è comunque entrato nel cuore di molti . Le provocazioni , specie se intelligenti, offrono sempre spunti di riflessioni . Amato da colleghi che lo difendono a spada tratta, coetanei, che ne apprezzano lo stile , e giovani che in lui vedono un diverso modo di essere arabi Jowan Safadi può essere considerato attualmente l'unico e vero rocker del mondo arabo dal quale aspettarsi nuovi stimoli e nuove interessanti “provocazioni”
Molte volte ricorre il termine controverso in riferimento alla natura di questo musicista. Sfogliando il dizionario della lingua italiana come definizione di “controverso” troviamo : “ Che è oggetto di contenzioso ,che si presta a contrastanti interpretazioni” . Il dizionario dei sinonimi e dei contrari
offre invece queste alternative : “ discusso, dubbio, incerto, discutibile, ambiguo, oscuro, problematico, in sospeso, dibattuto, opinabile”.
Non sembrerebbe che i testi dei brani di Jowan Safadi possano dare adito a diverse interpretazioni ma chissà, forse politici e religiosi ne sanno più degli altri . Comunque dalle definizioni offerte dai sacri testi della lingua italiana si può evincere che la società israeliana considera oscure, ambigue ed opinabili le critiche all'occupazione, la difesa dei diritti civili e il desiderio di libertà del popolo palestinese mentre la società araba ritiene discutibili e problematiche le libertà sessuali e la libertà di pensiero. Le sofferenze patite da migliaia di persone ferite ed uccise, da uomini e donne segnati dal marchio dell'infamia per la sola colpa di amare, i patimenti sofferti a causa della privazione dei diritti , della negazione all' esistenza , le conseguenze delle case distrutte , degli imprigionamenti di massa e delle punizioni collettive rientrano dunque , per definizione, nella categoria dei contrari a controverso, vale a dire : “ indiscutibile, indubbio, certo, chiaro, accertato, risolto, stabilito”.
Non fa una piega.....o forse no ?
Jowan Safadi جوان صفدي - Namrud نمرود
01 I Gave you My Heart أعطيتك قلبي
02 All the Girls كل البنات
03 Electricity كهربا
04 Poor Infidels يا حرام الكفار
05 Sound of Israel صوت إسرائيل
06 Cheers Homeland كاسك يا وطن
07The Microchip Song موال الميكروتشيب
08 The end of sandman نهاية رجل الرمال
09 Touch me المسيني
10 Live My Life أعيش حياتي
HERE
Jowan Safadi singles & Fish Samak songs
01 Ghool
02 Tayran ababyl طيرًا أبابيل ( Birds of fire )
03 Biddy kaman بدي كمان (I want more)
04 Ji2et ila Ahli جئت الى أهلي Feat. Haya Zaatry
05 Nihayya النهاية
06 Al Haqyqa al haqiqayya الحقيقة الحقيقية (The real truth)
07 'Abyd wa jawary عبيد وجواري
08 Basitana بستنا
09 Sary' al duban سريع الدوبان
10 Qina' Jadid قناع جديد
11 Walad zghyr ولد زغير Feat. Basem Sayej
12 Meen Bedo Yerkabna مين بدو يركبنا
13 Fish Samak - Meen Bedo Yerkabna Live @El Genaina Theater 2014
14 Fish Samak - Fy hadni al Ihtilal في حضن الاحتلال (In The Arms of Occupation )
15 Fish Samak - Beno Bain بين وبين
16 Fish Samak -Kalebti كلبتي (My Bitch)
17 By Ma ahbalni بي ما اهبلني (Cover of Nirvana' song " Dumb")
HERE
Kalebti كلبتي (My Bitch)
I used to have a clean bitch
The cleanest ever
from an authentic pedigree family
especially the mother
a purebred bitch with papers
with a muzzle and collar
I loved her and so did she
I treated her like my baby
My bitch
My love
My bitch
My love
My mama don't like dogs
She thinks they're disgusting
She said please, my son
We don't need this thing
I told her not to worry
We'll keep it all clean
She said oh my son,
you love her better than me?
My bitch
My love
My bitch
My love
She went to play with the dogs
They came to sniff her
When she lifted up her tail
They fell in love with her
I was just a little kid
And I didn't understand
I pulled her, she pulled me back
She almost bit my hand
my bitch
my love...
My bitch
My love
My bitch
My love …
Meen Bedo Yerkabna مين بده يركبنا ( Chi ci fotterà ancora?) - Live at Taybeh Oktoberfest
Sono venuti i Turchi e poi se ne sono andati
Sono venuti gli Inglesi e poi se ne sono andati
Sono venuti gli Ebrei, domani vedremo
Che cosa succederà quando se ne andranno
Chi ci fotterà ancora quando se ne andranno i nostri cugini?
Hanno stretto la cinghia, ci hanno vietato di parlare
Per educarci e per mantenere la pace
Hanno rubato la Palestina mentre noi dormivamo
Sognando il Mahdi e Saladino
Chi ci fotterà ancora quando se ne andranno i nostri cugini?
Non non siamo venuti e non ce ne siamo andati
Siamo rimasti al nostro posto
Ogni giorno arriva un nuovo ospite
E la libertà è un sogno lontano
Traduzione dal''arabo a cura di Fernanda Fischione
Tayran ababyl طيرًا أبابيل ( Birds of fire )
written at the time when the war was striking Gaza
O my Lord, send us the birds of fire
Aimed at the oppressors with stones of burning clay
See, what the children of Israel has done to us
And explain us the difference between them and the people of the elephant
O great Lord, show us that you do not like what is happening
O strong Lord, saved us from your chosen people
O fire, be cool and peace for us
O fire, burn the one who sent you on us
O Lord, strong lord, cool down the fire flames for us
O my Lord, save us from weapons of mass distruction
Ya Haram al kuffar يا حرام الكفار (Oh poor infidels)
Oh poor infidels
,swimming in the sea of fire
here comes judment
day, as stated in the book
look how cute the
believers are like good boys
holding the hand of
god and walking into heaven
and heaven is very
sweet it has wine and juice
it has trees and
plants, it also has the prettiest girls
it has plenty of
women ..very very sexy
every believers
takes 70 lucky them, the believers
Oh poor infidels
swimming in the sea
of fire
Oh poor infidels
,swimming in the sea of fire
here comes the
judmen day, feel the doom
look how cute the
believers are like good boys
holding the hand of
god and walking into heaven
and heaven is very
sweet it has wine and juice
it has trees and
plants, it also has the prettiest girls
it has plenty of
women ..very very sexy
every believers
takes 70 lucky them, the believers
Oh poor infidels
swimming in the sea
of fire
yeah..
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