venerdì 1 novembre 2013

Shadi Zaqtan شادي زقطان


                       






An evocative music and a poetry without compromise are the elements that characterize the work of Shadi Zaqtan , young singer-songwriter author of of what many call " new song of Palestine."

he has as consolidated his talent through the years until it became one of the most credible artists from the contemporary arab music scene .

Born in exile in 1978 by parents belonging to "Organization for the Liberation of Palestine" , he grew up in Oman, Syria, Beirut and Tunis before returning to the homeland and settled in Ramallah. . The poetic vocabulary has always been part of his life , because his grandfather, Khalil Zaqtan , was a classical poet , while his father, Ghassan Zktan , a modernist poet .

He is the author of a musical language unfamiliar to the Arab public,

His songs, performed using only acoustic guitar and vocals, musically have many more points of contact with the American folk song than with traditional Arabic music.

The words that accompany this music are perfectly in line with the Palestinian reality . Shadi explains : "The words of my songs are not part of an imaginary private , but they are what you can hear in the street, what you hear from the window of your home or office , the colloquial language we speak every day. The songs that I wrote telling stories I've heard in Palestine. I am a Palestinian who sings for the Palestinians, and not just for them. "
The texts of his songs were in fact inspired by conversations with taxi drivers and bus collective , with the students and the elderly, with those who are languishing at military checkpoints and in Israeli prisons , the people who daily lives the "punishment collective " perpetrated by the occupying power .
He considers himself a songwriter rather than a singer or a musician and, through his work , would like to redefine the profile of ' Palestinian artist : Neither hero nor victim , free from the idea of ​​freedom. He loves to say about it : " You will be free when you are free ."

The attention around his creations has grown little by little, even if at first the prevailing sentiment of the public was of caution. A great contribution to the spread of his songs was given by Khalil Sakakini Cultural Centre in Ramallah , where Shadie been invited several times to perform .
In 2010, the A. M Qattan Foundation in Ramallah has sponsored the creation of his first album titled " 'an balad " (translated " the country " ) . The album consists of ten songs performed with guitar and voice , was created in collaboration with the musician Imad Sayrafi , also a refugee from the third generation. The entire work , which reflects the poetry of the two musicians , in addition to addressing important issues for the Palestinian people , sometimes offers a different point of view on which to reflect .
Shadi says : " It must be understood that the Palestinian world is not a revolutionary manifesto , as many people think . Ours are the aspirations of ordinary human beings who want to live a normal life, the life to which every person is entitled . "
The album has managed to carve out a place in the heart of the Palestinian public thanks to the simplicity of the idea, to the communicative power of words and to the modernity of sound.

Among the pieces that have found greater consensus are "Bashoufek Fy Al Balad" and "11,000 Mahlan Fadhi." In the first song a love story is intertwined with the tragedy of an occupation which, in addition to stealing the land, it is also appropriate time. The second piece is considered his masterpiece. Eleven are in fact the Palestinian prisoners in Israeli jails. The text of the song sees the prisoners not only as combatants solitary, but as an important part of the life of Palestine. The Palestinians have been deprived of them, there is less of a prisoner in every part of their lives: in the crowd, in line at the bank, in the row for the purchase of a falafel, the barber, in the nightlife, in an evening gala, in a empty seat during a bus trip.

On 30 March 2013 , during the commemorations for Land  Day, Shadi Zaqtan presented at the ' Al- Balad Theatre in Amman his second album entitled " Ghanna ' ala al Hagiz " ( sing at the checkpoint ) .
The new album, produced again by using the collaboration of Imad Sayrafi, musically continues the discussion started in the first album, but introduces some new features. Rather than sing only texts he composed, in some songs, Shadi has decided to use a more classical repertoire using poems by authors such Yusuf al-Khatib ("Qubbara"), Mourid Barghouti ("Watany") and the Tunisian poet As Saghir Walad Ahmad ("Nuhibbu to bilad"). The song "Watany" in particular, whose music born from a collaboration with musician native of New Zealand Tiki Taane, musically presents a decided change of register.
The album was given as a symbolic gesture to the people of Qalandiya refugee camp, which is close to the famous checkpoint near the apartheid wall. 










Shadi Zaqtan, la nuova canzone palestinese





Una musica evocativa e una poesia senza compromessi sono gli elementi che caratterizzano l'opera di Shadi Zaqtan , giovane cantautore artefice di quella che da molti viene chiamata “  nuova canzone palestinese”. Considerato agli esordi un  interprete pieno di promesse , ha consolidato il suo talento attraverso gli anni sino a divenire uno tra i più credibili artisti   della scena musicale araba contmporanea.

Nato in esilio nel 1978 da genitori rifugiati appartenenti all' Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP ) , è cresciuto in Oman, Siria, Beirut e Tunisi prima di far ritorno nella terra d'origine stabilendosi a Ramallah. Il lessico poetico ha sempre fatto parte della sua vita ; infatti il nonno, Khalil Zaqtan, era un poeta classico, mentre il padre, Ghassan Zktan ,un poeta modernista.

Da sempre appassionato di musica , nel 2005 decide di provare a sperimentare una propria linea musicale servendosi di un linguaggio sonoro poco familiare al pubblico arabo. I suoi brani, eseguiti servendosi unicamente di chitarra acustica e voce, hanno musicalmente molti più punti di contatto con la canzone folk americana che con la musica araba tradizionale.

Perfettamente radicate nella storia e nell'attualità palestinese sono invece le parole che accompagnano questa musica . Spiega Shadi : “ Le parole delle mie canzoni non fanno parte di un immaginario privato , ma sono ciò che arriva dalla strada , ciò che si sente dalla finestra di casa o dell'ufficio, il linguaggio colloquiale che parliamo ogni giorno . Credo che la canzone contemporanea palestinese manchi di un certo realismo . Le canzoni che ho scritto raccontano storie che ho sentito in Palestina. Io sono un palestinese che canta per i palestinesi , e non solo per loro " .
I testi dei suoi brani sono stati ispirati infatti dalle conversazioni avute con gli autisti di taxi e autobus collettivi, con gli studenti e gli anziani , con i palestinesi che languono ai posti di blocco militari e nelle prigioni israeliane ,il popolo che quotidianamente vive la “punizione collettiva” perpetrata dall'occupante .

Egli considera sé stesso un autore di canzoni piuttosto che un cantante o un musicista e , tramite il suo lavoro , vorrebbe ridefinire il profilo dell' artista palestinese : Nè eroe né vittima , libero dall'idea di libertà. Ama dire a questo proposito : “ Sarai libero quando sei libero”.

L'attenzione attorno alle sue creazioni è cresciuta poco a poco , anche se in un primo momento il sentimento prevalente da parte del pubblico è stato di cautela. Un grande contributo per la diffusione dei suoi brani è stato dato dal centro culturale Khalil Sakakini di Ramallah che ha invitato Shadi ad esibirsi più volte presso il proprio spazio.

Nel 2010 l'A.M. Qattan Foundation di Ramallah ha patrocinato la realizzazione del suo primo album intitolato “ 'an balad “ ( traducibile “dal paese”) . Il disco, composto da dieci brani eseguiti per chitarra e voce , è stato realizzato con la collaborazione del musicista Imad Sayrafi, anch'egli rifugiato di terza generazione . L'intero lavoro ,che riflette la poetica dei due musicisti , oltre ad affrontare temi importanti ed imprescindibili per il popolo palestinese , offre a volte un diverso punto di vista sul quale riflettere .

Afferma Shadi : “ Si deve comprendere che il mondo palestinese non è un manifesto rivoluzionario , come molte persone amano pensare . Le nostre sono le aspirazioni di comuni esseri umani che vogliono vivere una vita normale , la vita alla quale ogni persona ha il diritto . "

L'album è riuscito a ritagliarsi un posto nel cuore del pubblico palestinese grazie alla semplicità dell'idea , alla forza comunicativa delle parole e a quelle sonorità che avevano in un primo momento sollevato molti dubbi.

Tra i brani che hanno trovato maggior consenso troviamo “Bashoufek Fe Al Balad” e “ 11.000 Mahlan Fadhi” . Nel primo brano una storia d'amore si intreccia indissolubilmente con la tragicità di un occupazione la quale, oltre a impossessarsi della terra, si è appropriata anche del tempo. Il secondo pezzo invece è da molti considerato il capolavoro di Shadi . Undicimila sono infatti i prigionieri palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane. Il testo della canzone vede i prigionieri non solo come combattenti solitari dell'occupazione , ma come parte integrante della vita della Palestina. I palestinesi sono stati privati di loro , vi è un prigioniero di meno in ogni parte della loro vita : tra la folla , nella coda in banca , nella fila per l'acquisto di un falafel , dal barbiere , nella vita notturna , in una serata di gala , in una sedile vuoto durante un viaggio in autobus.


Il 30 Marzo del 2013, durante le commemorazioni per la Giornata della Terra , Shadi Zaqtan ha presentato presso l 'Al-Balad Theatre di Amman il suo secondo album intitolato : “ Ghanna' ala al Hagiz “ ( cantare al posto di blocco). Il nuovo disco, realizzato servendosi nuovamente della collaborazione di Imad Sayrafi , prosegue musicalmente il discorso intrapreso nel lavoro precedente, introducendo alcune novità. Piuttosto che cantare unicamente liriche di sua produzione ,in alcuni brani, Shadi ha deciso di affidarsi ad un repertorio più classico musicando poesie di autori quali Yusuf al Khatib ( “Qubbara” ) , Mourid Barghouti (“ Watany”) e il poeta tunisino As Saghir Walad Ahmad ( “Nuhibbu al bilad”) . Il brano “ Watany” in particolare , le cui musiche nascono da una collaborazione con il musicista indigeno neozelandese Tiki Taane, segna un deciso cambio di registro dal punto di vista musicale.

L'album è stato donato come gesto simbolico agli abitanti del campo profughi di Qalandiya che sta a ridosso del famoso posto di blocco e di quello che viene chiamato muro dell'apartheid .


Nel suo bel libro “ L'infelicità araba “ il (mai troppo) compianto Samir Kassir accusava i suoi fratelli arabi di concedersi troppo al rimpianto e alla nostalgia per un passato mitizzato , atteggiamenti che considerava causa di un immobilismo esiziale . Riteneva  però un eccezione il popolo palestinese, sempre combattivo e determinato , mai disposto ad arrendersi . Shadi Zaqtan è un perfetto rappresentante di questa determinazione. Figlio di una ferita antica mai sanata , non dimentica il passato, osserva attento il presente ed offre, nel suo piccolo , elementi nuovi per guardare al futuro.





Shadi Zaqtan شادي زقطان - 'an balad عن بلد


 



01 Bashoufek Fy Al Balad بشوفك في البلد
02 Nashret Akhbar نشرة اخبار
03 11.000 Mahlan Fadhi - أحد عشر ألف محل فاضي
04 Nashret Akhbar ( rock v) نشرة اخبار
05 Kartushka-batata بطاطا
06 Theeb ذيب
07 Fy balad في بلد
08 Laa لا
09 Morjeeha مرجيحة
10 Yuma el thob يما الثوب 

11 Nashret Akhbar ( Audio Tunnel Remix)


HERE


Shadi Zaqtan شادي زقطان - Ghanna'  ala al hagiz غناء على الحاجز




01  Dawleh  دولة
02  Bakun  باقون
03 Qubbara  قبرة
04 3sh  ( instrumental)
05 Gaza غزة
06 Watany  وطني
07 Nuhibbu al bilad   نحب البلاد
08 Ma bentasash  ما بينتساش
09 Laba'idi ba'id   لبعيد بعيد
10 Wein وين
11 Watan وطن
12  Ya Dierati  يا ديرتي
13 Baghanni   بغني
14 Wein وين  ( alternative version)

HERE 



N.B :

The album "''an balad" is available for purchase online at the site of Palestine online store.

A comprehensive selection of tracks produced by Shadi Zaqtan can be heard at his REVERBNATION page



L'album " 'an balad " è acquistabile on line presso il sito Palestine on line store  

Un esauriente selezione dei brani prodotti da Shadi Zaqtan è ascoltabile in streaming presso la sua pagina REVERBNATION


2 commenti:

  1. Queste canzoni mi piacciono molto.
    Sentire la musicalità delle parole arabe è molto interessante.
    Sentire la musicalità dell'arabo in un affollatissimo bistrot di Madrid,
    Dove l'arabo è stato l'idioma dell'impero è molto divertente.
    Ciao, Gabriella

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