sabato 20 febbraio 2021

Asilah 80 - Peter Lemer Avec La Troupe Populaire De G'naoua De Asilah Au Théatre Al Kamra à Asilah

 






In the period between the 60s and the 70s some famous western musicians came into contact with the Arab and North African culture (two very different things) and were fascinated by it. The results of these meetings are well known. The best known albums in this context are definitely those of Brian Jones and Ornette Coleman who, with a couple of truly incredible records ("Brian Jones Plays With The Pipes Of Pan At Joujouka" from 1971 and "Dancing In Your Head" from 1977), brought the attention of the western public to the art of the musicians of Joujouka, an almost mythological village located on the heights of the Moroccan Rif .Equally well-known are the contaminations with the Arabic sounds of the German group Embryo who created truly fascinating albums in Morocco as fascinating is the album by Peter Lemer in the company of the Troupe Populaire De G'naoua of Asilah entitled "Asilah 80", the album that I propose here.

Peter Lemer is a British jazz musician who started his musical activity in 1965. Pianist, double bass player and composer contributed, with his Peter Lemer Quintet, to the development of the British free jazz movement between the 60s and the 70s. For most of his career he was a keyboard player and in this capacity he participated in the late 1970s at the Moussem music festival in Asilah. His positive experience leads him back to Morocco at other times. In 1980 he gets to know the Gnawa musical culture through the community present in Asilah and invites some musicians belonging to it to perform with him. The result is the recordings merged into this album that his friend Nick Griffiths has fortunately documented and the Association Culturelle Al-Mouhit has published.
 
The music contained in this record is really special. More than a merger, there is a real collision. A real sound magma. There is no dominant sound but two musical modes that chase and meet. It is really difficult to explain this album. I invite you to listen to it because it has good moments. I am happy to have discovered its existence and for this I have to thank my friend Stefano who kindly reported it to me
 
 For those interested, the original album still seems to be available on Peter Lemer's website.
 
 
 
 
 
 
Nel periodo a cavallo tra gli anni'60 e gli anni '70 alcuni famosi musicisti occidentali sono entrati in contatto con la cultura araba e nord africana ( due cose molto diverse) e ne sono rimasti affascinati. Noti sono i risultati di questi incontri .Gli album più conosciuti in questo contesto sono decisamente quelli di Brian Jones e di Ornette Coleman i quali , con un paio di dischi davvero incredibili ( "Brian Jones Plays With The Pipes Of Pan At Joujouka " del 1971 e " Dancing In Your Head " del 1977), hanno portato l'attenzione del pubblico occidentale sull'arte dei musicisti di Joujouka, villaggio quasi mitologico situato sulle alture del Rif marocchino .

Altrettanto conosciute sono le contaminazioni con le sonorità arabe del gruppo tedesco Embryo che ha ralizzato in Marocco album davvero affascinati, come affascinante è l'album di Peter Lemer in compagnia della Troupe Populaire De G'naoua di Asilah intitolato " Asilah 80", l'album che vi propongo qui.

Peter Lemer è un musicista jazz britannico che ha iniziato l'atttività musicale nel 1965 . Pianista, contrabassista e compositore ha contribuito , con il suo Peter Lemer Quintet, allo sviluppo del movimento free jazz britannico tra gli anni'60 e gli anni '70.
Per la maggior parte della sua carriera è stato tastierista ed in questa veste ha partecipato all fine degli anni '70 al festival musicale Moussem presso Asilah . L'esperienza positiva lo riconduce in Marocco altre volte. Nel 1980 fa la conoscenza della cultura musicale Gnawa attraverso la comunità presente ad Asilah ed invita alcuni musicisti appartennenti ad essa ad esibirsi con lui. Il risultato sono le registarzioni confluite in questo album che il suo amico Nick Griffiths ha fortunatamente documentato e l'Association Culturelle Al-Mouhit ha dato alle stampe.

La musica contenuta  in questo disco è davvero particolare. Più che ad una fusione si é in presenza di una vera e propria collisione . Un vero e proprio magma sonoro. Non esiste una sonorità dominante ma due modi musicali che si inseguono e si incontrano.

E' davvero difficile spiegare questo album. Vi invito ad ascoltarlo perchè possiede buoni momenti. Sono contento di averne scoperto l'esistenza e per questo devo ringraziare il mio amico Stefano che me lo ha gentilmente segnalato

Per quanti fossero interessati l'album originale sembra ancora reperibile presso il sito di Peter Lemer .
 
 
 

Asilah 80 - Peter Lemer Avec La Troupe Populaire De G'naoua De Asilah Au Théatre Al Kamra à Asilah 

 
Label : Association Culturelle Al-Mouhit
Format : Vinyl, LP, Album
Country : Morocco
Year :. 1980
 
 
 
A1 Festival Parade 
A2 Improvisation 
B1 Invitation
B2 Invocation 
B3 Finale
 

lunedì 1 febbraio 2021

Ali Bahia El Idrissi - Arhil

 






Credited to Ali Bahia El Idrissi, Moroccan composer and singer originally from Casablanca, in reality the album is the result of the latter's collaboration with a large group of Dutch musicians among which Michel Banabila, a well-known name in the music scene of Holland. A student of Andalusian singing in his homeland, Ali Bahia El Idrissi specialized in the vocal techniques of the Sufi tradition and collaborated with Algerian singers Cheb Mami and Cheb Khaled.

In 1998 the meeting with Michel Banabila led to the creation of two songs ("Idrissi" and "Red Planet") included in the album "Kawakib Al Maghred" produced by Banabila himself and published by the Dutch label "Zuid-Hollandse Popunie" . The success of the project led the two to expand it. The result is represented by the album entitled "Arhil", credited only to Ali Bahia El Idrissi, which sees Michel Banabila as an instrumentalist, co composer and arranger, assisted by renowned musicians.

The record, made in the year 2000, was given to the press by the Dutch label Boudisque, linked to the historic record store in Amsterdam that has given many joys to many vinyl fans.

Beyond the enthusiastic and high-sounding comments made by various music magazines, the album, certainly of a good level, offers a musical collision between oriental sounds and modern western music already widely tested by various groups, both in Europe and North Africa. The various projects linked to the Swiss label Barraka El Farnatshi are an example (successful, in the opinion of the writer) of contamination between Moroccan musical culture and Western sounds.

Compared to these, however, the album by Ali Bahia El Idrissi presents a greater mix of genres by incorporating both high-level acoustic sounds and electronic suggestions in addition to a decidedly superior vocal style. The high quality of the recordings and the depth of the songs proposed make this album one of the best proposals for the encounter between different cultures made in Europe in the last twenty years. 








Accreditato a Ali Bahia El Idrissi, compositore e cantante marocchino originario di Casablanca, in realtà l’album è frutto della collaborazione di quest’ultimo con una nutrita schiera di musicisti olandesi tra i quali spicca Michel Banabila , nome molto conosciuto nella scena musicale dei Paesi Bassi.

Studente in patria di canto andaluso, Ali Bahia El Idrissi si è specializzato nelle tecniche vocali della tradizione sufista e ha collaborato con i cantanti algerini Cheb Mami e Cheb Khaled. Nel 1998 l’incontro con Michel Banabila ha portato alla realizzazione di due brani ( “Idrissi” e “ Red Planet”) inseriti nell’album "Kawakib Al Maghred" prodotto dallo stesso Banabila e pubblicato dall’etichetta olandese "Zuid-Hollandse Popunie".

Il buon esito del progetto ha portato i due ad un ampliamento dello stesso. Il risultato è rappresentato dall’album intitolato “Arhil”, accreditato al solo Ali Bahia El Idrissi, che vede Michel Banabila nelle vesti di strumentista, co compositore e arrangiatore, coadiuvato da rinomati musicisti . Il disco , realizzato nell' anno 2000, è stato dato alle stampe dall'etichetta olandese Boudisque, legata allo storico negozio di dischi di Amsterdam che molte gioie ha dato a tanti appassionati del vinile.

Al di la dei commenti entusiasti ed altisonanti esternati da varie riviste musicali, l’album , sicuramente di buon livello, propone una collisione musicale tra le sonorità orientali e la musica moderna occidentale già ampiamente collaudata da vari gruppi , sia in ambito europeo che nordafricano. I vari progetti legati all’etichetta elvetica Barraka El Farnatshi sono un esempio ( ben riuscito , secondo il parere di chi scrive) di contaminazione tra la cultura musicale marocchina e i suoni di matrice occidentali . Rispetto a questi comunque il disco di Ali Bahia El Idrissi presenta una maggior commistione di generi incorporando al suo interno sia sonorità acustiche di alto livello sia suggestioni elettroniche in aggiunta ad uno stile vocale decisamente superiore.

L’alta qualità delle registrazioni e lo spessore dei brani proposti fanno di questo album una tra le migliori proposte di incontro tra culture diverse realizzate in ambito europeo nell’ultimo ventennio.




 

 

Ali Bahia El Idrissi - Arhil


 

01 Atahaddi
02 Arhil 
03 Gelfou Alfou Hadami
04 The Flow
05 DodoVoiz
06 Idrissi
07 Red Planet
08 Elhajer
09 Cowboy Lamkerkeb


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