domenica 27 novembre 2016

Arab tunes mixtape # 35 - Amazigh music from Middle Atlas









A journey into the musical universe related to the area of Khenifra District located in the Moroccan Middle Atlas. A music hypnotic, tribal, poetic and magical.


Good listening and good Tahidoust at all.


Dedicated to Eleanora.








 



Nel corso degli anni la musica proveniente dal Marocco ha interessato fortemente il pubblico occidentale. Grazie agli interventi provvidenziali di alcuni artisti rinomati si è potuto entrare in contatto con realtà musicali altrimenti sconosciute. Brian Jones, leader dello stafamoso gruppo Rolling Stones , Paul Bowles , scrittore che ha scelto Tangeri come residenza ed il Marocco come patria , Brion Gysin
, William Burroghs e molti altri artisti appartenenti a quella che veniva definita beat generation hanno contribuito a rendere visibili tesori musicali che altrimenti sarebbero rimasti nascosti ai più. Chi avrebbe mai potuto ascoltare le melodie estatiche provenienti dal villaggio di Joujouka situato sul Rif se Brian Jones non le avesse registrate sul campo e non avesse realizzato nel 1971 l’album “ Brian Jones Presents the Pipes of Pan at Joujouka “ o Ornette Coleman non avesse utilizzato le arti dell’ensemble marocchino nel suo album “Dancing in Your Head” nel 1976 ?

Da allora acqua sotto i ponti ne è passata molta, le armonie marocchine si sono fatte strada lentamente, ma costantemente, nell’immaginario musicale occidentale e sono sempre più numerosi i partecipanti ai festival ad esse dedicati .Tra gli eventi più gettonati vi sono sicuramente il Festival dedicato alla musica Gnawa ed il festival dedicato alla musica sacra che si svolgono annualmente rispettivamente a Essaouira e Fes.

Un grande revival ha interessato inoltre tutta la produzione musicale degli anni ‘70 che potremmo definire la New wave della musica del Marocco. Gruppi quali Nass el Ghiwane, Jill Jilala, Lemchaheb e Archach hanno conosciuto una seconda giovinezza ed i loro album originali sono divenuti oggetti da collezione molto ricercati.

La diffusione di Internet ha reso più facile il compito a quanti volessero informarsi sul passato ed il presente della musica marocchina e sono sempre più numerosi i siti ed i blog dedicati ai diversi generi musicali appartenenti all’area del Maghreb.
Se molto è stato rivelato, moltissimo rimane comunque ancora da scoprire .

Utillizzare il termine “ Musica Marocchina “ è di per sé decisamente improprio. Ad ogni regione del Marocco corrisponde un genere musicale differente e molte volte all’interno della stessa regione si sono sviluppate sonorità che nulla avevano a che fare l’una con l’altra.

Tra le regioni più sconosciute e più interessanti , sotto il profilo culturale e musicale, figura quell’area che viene comunemente definita Medio Atlante. Il Medio Atlante è un massiccio montagnoso,compreso tra i monti del Rif e la catena montuosa dell’Alto Atlante, che attraversa il Marocco da Nord est a sud est per una lunghezza di 350 Km.

Le utilizzatissime guide Lonely Planet al capitolo dedicato all’area del Medio Atlante informano il viaggiatore sui tesori artistici di Fes e Meknes e sulle bellezze paesaggistiche di Ifrane, Azrou e Midelt. Altre guide ed altri siti riportano informazioni ed immagini legate alle possibilità escursionistiche e alle bellezze della natura. Dalle informazioni fornite sembra che in questa zona gli unici sensi ad essere sollecitati siano quelli legati ad olfatto , vista e gusto . L’apparato uditivo non è compreso ma in ciò non vi nulla di più errato.




La provincia di Khenifra , culturalmente Amazigh ( in occidente si utilizzerebbe il termine Berbera), situata perfettamente al centro del massiccio del Medio Atlante , rappresenta un concreto esempio di come non sia necessario vantare nei propri confini territoriali gli antichi palazzi appartenenti all’epoca imperiale e gli scenari marziani della valle del Draa per acquisire valore ed importanza. Se si dovesse redarre una storia della musica del Marocco molti luoghi , quali i villaggi di Ait Ishaq , Ain Leuh , M'Rirt e Tazrut Mu Uxbu oggi anonimi e sconosciuti, acquisirebbero un importanza fondamentale per l’apporto fornito allo sviluppo della musica marocchina avendo dato i natali a coloro i quali diverranno gli artefici di uno stile musicale tra i più interessanti e particolari di tutto il Marocco. In quest’ottica il distretto di Khenifra può, a ragione, essere considerato un luogo Mitogenetico , sotto il profilo squisitamente musicale, essendo stato progenitore di Idoli la cui influenza e la cui fama è aumentata a dismisura nel corso degli anni ed il cui status, in alcuni casi, è divenuto pari a quello di vere e proprie divinità.



La musica proveniente da quest’area ha di per sé una struttura abbastanza semplice e si riallaccia , nei suoi tratti essenziali , alla tradizione musicale berbera.


Bendir
La parte ritmica è sostenuta da uno o più Bendir ( un tamburo a cornice consistente in una membrana di pelle di capra sotto la quale sono tese alcune corde di risonanza che danno al tamburo un classico suono metallico ) mentre la melodia è affidata ad un violino ( suonato tenendo una postura come se si trattasse di un violoncello ) o al Loutar ( un cordofono che può essere visto come un incrocio tra l’Oud ed il Ghimbri, lo strumento proprio della musica Gnawa) . Ad affiancare i musicisti stanno solitamente una cantante solista ed un gruppo di donne che svolgono la duplice funzione di coriste e danzatrici.

Il canto puo adottare diverse tipologie che definiranno il genere di canzone interpretata . Le tre forme principali sono rappresentate da “Tamawayt” (al plurale Timawayin ) , “ Izli “ (al plurale Izlans) e “Tayafarte”.

 

Loutar
Il “Tamawayt” consiste in brevi strofe costituite da uno o più versi che vengono scambiate tra il cantante maschio (solitamente il musicista solista) e la cantante femmina (chiamata nell’area del Maghreb “Cheika”) . Si tratta di una delle forme poetiche più autentiche e più difficili da interpretare che richiede una certa abilità . Solitamente le donne primeggiano in questo tipo di canto. Mentre il cantato maschile risulta per lo più pacato e mantiene un ampiezza costante quello femminile per contro varia in ampiezza e da calmo puo divenire stentoreo e acuto .

Quando si parla di “Izli” ci si riferisce invece a quello che il poeta Hha Oudades definisce l’ "haiku berbero". Si tratta di una breve poesia recitata o cantata che può essere utilizzata in svariate occasioni e che può affontare diversi temi .

Il “Tayafarte “ caratterizza invece un tipo di canzone a sfondo essenzialmente religioso . Il contenuto tende a magnificare la creazione,la bonta e l’amore di Dio ed i rapporti tra l’umanità e tutte le creature esistenti .

Nel caso delle prime due tipologie gli argomenti trattati spaziano per tematiche e possono interessare l'amore ( nel caso del “Tamawayt” il tema può essere il corteggiamento o lo scambio di cortesie amorose tra due amanti ) , la separazione dei propri cari, le preoccupazioni quotidiane, la politica e l'esilio.

Musicalmente i brani seguono spesso un andamento cadenzato. Iniziano solitamente con un introduzione eseguita dallo strumento melodico ( a volte l’introduzione può essere anche vocale ) ed in un secondo momento si aggiungono i ritmi che danno il tempo al pezzo. Loutar e violino eseguono scale per tutta la durata della canzone .

Nel caso il brano sia specificatamente dedicato alla danza allora sarà designato con il termine “Tahidoust”.





Il “Tahidoust “ è una danza tradizionale molto espressiva. I partecipanti possono disporsi su due file contrapposte, in cerchio o semicerchio . Solitamente questa danza viene eseguita da donne e uomini ma non è insolita una composizione di soli uomini o sole donne. La danza, eseguita con movimenti collettivi, è scandita dal battito delle mani .Questa espressione artistica, non appannaggio del solo Medio Atlante, a seconda dell’apparteneza regionale può essere chiamata Hidous Hidoussi o Ahidous.

L’intero corpus delle manifestazioni artistiche appartenenti alla tradizione Amazigh del Medio Atlante ha origini molto antiche . Tutte le pratiche qui esposte si sono manifestate per anni in occasione di Matrimoni, feste di corconcisione, feste per i raccolti e appuntamenti conviviali vari ed hanno rappresentato per secoli un patrimonio culturale quasi inalternato nel tempo.




Hammou Oulyazid
L’occasione di un rinnovamento musicale avviene tra gli 40 e gli anni 50 del ‘900. Artefice di questa ondata modernizzatrice sarà Hammou Oulyazid. Poeta, paroliere e cantante Hammou Oulyazid nasce a Ain Leuh nel 1927 e sempre ad Ait Leuh morirà il 23 aprile 1973 . Viene unanimamente considerato il padre spirituale della nuova canzone Amazigh. Maestro indiscusso dell'arte del “Tamawayt”, la sua produzione poetica ha contribuito enormemente all’evoluzione di una cultura ancestrale che ha conosciuto poche modifiche nel corso della sua storia. La sua opera sarà un esempio per la generazione di cantanti che lo seguiranno.

Grazie all’opera di questo grande bardo del Medio Atlante la musica di quest’area geografica non sarà più la stessa . Artisti come Mohammed Rouicha, Hadda Ouakki, Benasser Oukhouya,Cherifa Kersit diffonderanno il verbo della musica legata all’area di Khenifra in tutto il Marocco proseguendo il lavoro di rinnovamento intrapreso da Hammou Oulyazid non solo in campo musicale ma, è il caso di Hadda Ouakki e Cherifa Kersit , anche sotto l’aspetto delle tematiche affrontate nelle canzoni che interesseranno argomenti legati all’emancipazione femminile, alla politica e all’amore nei suoi aspetti più carnali.

Con questa nuova generazione di musicisti quella che è stata per anni una musica legata strettamente a dinamiche rurali si è diffusa e ha messo in mostra la sua bellezza e la sua teatralità. I vari concerti rintracciabili in rete ( specialmente quelli realizzati nel corso degli ‘70 e ‘80 ) ci offrono un immagine che si avvicina molto ad un rito nella cui sacralità pagana i musicisti svolgo il ruolo di officianti e le danzatrici , vestite in abiti tradizonali castigatissimi, trasformano il classico Tahidoust di origine contadina in una danza sensuale che sotto alcuni aspetti ricorda la danza del ventre.

La sensazione è quella di assistere a qualcosa di davvero magico che un ascoltatore ed osservatore occidentale forse non può cogliere nella sua interezza , ma che ipnotizza ed attrae lasciando un gusto dolce ed intrigante .

Molto ci sarebbe ancora da dire sul passato e sull’evoluzione di questa splendida musica . I soli Mohammed Rouicha e Hadda Ouakki meriterebbero un capitolo a parte tanta è stata la loro grandezza e la loro importanza .

Con questa introduzione si è voluto offrire un piccolo assaggio di una storia che nessun libro , almeno in Italia , ha ancora affrontato in modo esaustivo. Ma più che leggere forse è decisamente meglio ascoltare.

Con questo Mixtape ci si avventura alla scoperta di alcuni tra i migliori musicisti che un area specifica del Medio Atlante ha partorito. Una visione parziale che interessa alcuni grandi ed alcuni esponenti della nuova generazione.

Ovviamente la visione è soggettiva, in ogni caso buon ascolto e buon Tahidoust a tutti.


Dedicato a  Eleonora .









Arabtunes Mixtape # 35 - Amazigh music from Middle Atlas




01 Hamid Khmou - Righ oudour
02 Bent Rouicha - Darni Galbi
03 Moulay Noureddine - L7ar n imtawan
04 Omar Boutmazought - Chouf Imchtibat

05 Aicha Maya - Tahidoust
06 Benasser Oukhouya & Hadda Ouakki - Ayura Ayura
07 Oulyazid Hammou - Chahdmt alaawari
08 Mohamed Rouicha - inass inass
09 Mimoun Orahou - Ayiyi tguit
10 Mustapha El Aakri - Urach nigh l3ib
11 Hadda Ouakki - 'ayn Zora
12 Khadija Atlas - Ya Lamima Samhi LiYa

13 Cherifa Kersit - Tla taymat gragh
14 Moulay Ahmed El Hassani - Asiy Rh'il
15 Salwah - Tahidoust

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